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KARATE

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Direttore Tecnico 7° Dan di Karate : Maestro Loris Guidetti

È un’arte marziale che, oltre ad allenare il fisico, dona una maggiore consapevolezza di sè e dei propri limiti, una qualità utile in palestra, come nella vita. Il karate si addice molto anche alle donne, perché prevede un contatto fisico controllato, che in caso di contatto non causa seri traumi. Chi non si è mai cimentato nel karate fatica a rendersene conto ma, se i colpi andassero a segno senza essere trattenuti, si rischierebbero pesanti conseguenze.

Il karate ha antiche origini orientali, è nato sull’isola giapponese di Okinawa, dove gli abitanti lo usavano per difendersi dagli invasori, aggirando la proibizione all’utilizzo delle armi.

Praticando il karate si contribuisce allo sviluppo dell’equilibrio psicofisico, perché aiuta a conoscere meglio se stessi, utile anche al di fuori della palestra (in ufficio, a scuola, in famiglia), ma è un vantaggio che si può ottenere solo applicandosi durante le lezioni apprendendo bene le diverse tecniche e seguendo scrupolosamente gli insegnamenti di un maestro. Considerare questa disciplina come uno sport, dunque, è riduttivo anche se e possibile iniziarne la pratica con questo atteggiamento: è un vero e proprio stile di vita, che consente di raggiungere la perfetta armonia tra il corpo e la mente.

Fra i numerosi effetti positivi del karate, il più importante è forse il rallentamento dell’invecchiamento fisico e mentale della persona. I muscoli non aumentano molto di volume, ma si tonificano e si definiscono, più che la forza, infatti, si sviluppa la potenza dinamica.

Il karate mantiene in forma tutti i muscoli, che sono sollecitati sia durante gli esercizi, che si svolgono nel corso delle lezioni sia nelle simulazioni e nei combattimenti. Inoltre, la sua pratica migliora la mobilità del collo, delle spalle, delle anche, delle ginocchia e delle caviglie.

Per chi pratica il karate in modo amatoriale sono sufficienti due allenamenti alla settimana ma, se lo si desidera, non è assolutamente sconsigliato di svolgere una lezione in più. In genere, in palestra si rimane un’ora, la lezione inizia col saluto segue una fase dedicata alla ginnastica di riscaldamento, per poi iniziare la pratica delle tecniche di karate e la lezione termina col cerimoniale del saluto.

Il karate si può praticare fin da piccoli, chi è in buone condizioni di salute può praticarlo anche in età avanzata, l’importante è che non sottoponga il proprio fisico a sforzi eccessivi. Se il karate è praticato correttamente sotto la guida di un maestro esperto, infatti, regala a chi si allena, qualunque sia la sua età, un grande benessere fisico e mentale.

Il karate è una disciplina secolare che riesce a fondersi in maniera incredibile con le più moderne tecniche mediche, scientifiche e fisiche. Intraprendere il karate-do (la via del miglioramento della mano vuota) significa apprendere un perfetto mix di sapienza antica, di fitness e di filosofia di vita. Il karate non è solo uno sport ma una scelta di vita che permette una crescita continua delle proprie capacità mentali, spirituali e fisiche.
Ovviamente non bisogna lasciarsi spaventare dalla componente filosofica del karate, gli allenamenti e i risultati ottenuti con essi hanno dello sbalorditivo e raramente sono paragonabili a quelli ottenibili con altre discipline da palestra. Negli Stati Uniti sono stati compiuti degli studi sulle tecniche di karate, confrontando i risultati di esperti (cinture nere), principianti e praticanti di altre discipline. Un dato su tutti: il pugno di un principiante impiega circa un secondo a giungere a bersaglio, quello di un combattente di altre discipline circa 1/30 di secondo e quello di una cintura nera 1/50 di secondo.
Se consideriamo che la forza d’impatto di un pugno è calcolabile con K=½M * v² (ovvero metà della massa in movimento moltiplicata per il quadrato della velocità) otteniamo che a parità di massa il colpo di un katareka è tremendamente più potente! Se vogliamo numerizzare i valori potremmo ricavare una differenza di potenza d’impatto che varia approssimativamente dai 6 kg/cm² per i principianti ai 150kg/cm² per gli atleti più esperti.

In cosa consiste un allenamento di karate?

Ogni allenamento di karate avviene in un DOJO, luogo dove si segue la via (o volgarmente detto “palestra”), un luogo fuori dal mondo moderno in cui si seguono le regole dettate dai maestri e per cui si porta un profondo rispetto. I partecipanti sono sempre a piedi nudi e devono indossare un GI (kimono bianco) stretto in vita da un OBI (cintura) che ne identifica il livello di esperienza.
Normalmente una sessione di allenamento è divisa in cinque parti ben distinte ed equamente divise:

  1. RISCALDAMENTO E GINNASTICA PREPARATORIA: in questa fase si allenano tutti i muscoli del corpo attraverso esercizi propedeutici in modo da prepararli agli sforzi e alle sollecitazioni che riceveranno in seguito. Esercizi di allungamento muscolare e di stretching sono fondamentali per evitare infortunii.
  2. KIHON (fondamentali): lo studio delle tecniche di base e la dinamica dell’esecuzione sono le fondamenta su cui si costruiscono tutte le successive parti dell’insegnamento.
  3. KATA (forma): durante questa fase si apprendono e sviluppano fino alla perfezione assoluta delle composizioni di KIHON codificate nei secoli. Pur essendo esercizi a corpo libero i kata richiedono una concentrazione assoluta ed una precisione dei movimenti al limite dello sfiancamento. Bisogna simulare un combattimento immaginario, per le cinture più basse, con quattro o più avversari mettendoci la stessa determinazione che si metterebbe in uno scontro reale.
  4. KUMITE (combattimento): Normalmente si effettua alla fine in modo da essere sicuri di avere la giusta condizione fisica per accedervi senza farsi male. I principianti iniziano con tecniche fondamentali dichiarando le zone d’attacco, man mano che il livello sale i combattenti smettono di annunciare i colpi fino ad arrivare ai livelli più alti (cinture nere) dove si combatte liberamente. Il kumite non prevede l’annientamento dell’avversario tramite KO e per questo viene praticato ai massimi livelli solo quando si possiede una buona preparazione fisica ed un ottimo controllo dei colpi inflitti.
  5. DEFATICANTE: alla fine di ogni lezione di karate gli allievi devono dedicarsi ad una serie di esercizi a corpo libero, normalmente praticati a coppie, per sciogliere la fatica accumulata e aumentare l’elasticità muscolare sfruttando l’alto livello di riscaldamento a cui si è giunti.

Queste sono le basi dell’allenamento di karate, modernizzate e rese attuali eppure ancora identiche a quelle dei grandi maestri samurai del passato.

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